lunedì 13 luglio 2015

Mi avevi già convinto al ciao.



A chi non è capitato, prima o poi, quel momento in cui nella propria vita - per motivi professionali e/o affettivi - di ritrovarsi fra le grinfie di esseri pseudo antropici che ti spalancano le braccia, con un sorriso sfondato, proferendo frasi serafiche del tipo:
"Da questo momento fai parte di una grande famiglia (...)".
Ecco. E' proprio in quel preciso istante che ti sei appena fottuto.
Da bravi imbonitori, ti magnificheranno per le tue doti innate, per la tua sensibilità e/o per la tua professionalità e serietà, ammaestrandoti come un cucciolo.
E, siccome sarai “uno di famiglia”, il tuo sarà – per forza di cose – un processo di doppio riguardo, sia in condizioni economiche nonché di riuscita, in parole "povere", costerai meno e renderai più di un qualunque sconosciuto e, la cosa più assurda è che, inizialmente, ti sentirai pago, esaudito, quasi - ho detto quasi - soddisfatto.
Inizialmente, sì.
Capirai col tempo (breve), che il cucciolo si trasformerà in un asino.
Che il "capo famiglia" comincerà ad usare il bastone e la carota, alternando le due cose, confondendoti.
Comprenderai (senza l'ausilio di uno psicologo ma con l'ennesima astratta visione), che le sue priorità scavalcano qualunque cosa e/o persona, che sei a debito di diritti ma, a credito di rogazioni.
Che sei sprovvisto del potere di lamentarti o di protestare, che non puoi opporti, dissentire o insorgere perché diventeresti cattivo e senza cuore.
Che le sue chiamate, dapprima insistenti e continue, diverranno sempre più intermittenti, che le scappellate sono andate in esaurimento scorta, che le pretese, le domande e le rivendicazioni, supereranno tutti i record da guiness dei primati.
Ti farai sorprendere, come un temporale estivo, dal disorientamento e dall'incredulità.
Scoprirai che il disturbo bipolare è più diffuso di quanto tu potessi immaginare e che ne sono affetti milioni di persone, soprattutto quella categoria che vuole dare di se un'impressione sempre impeccabile.
Dovevi capirlo prima. Eppure, una lieve percezione l'hai sempre captata, annusata. Troppo facile. Troppo bello. Troppo surreale.
La fregatura doveva esserci. La colpa è tua che hai voluto crederci.
Come ogni "buona" famiglia che si rispetti, dovevi aspettarti i parenti serpenti. Quelli che non mancano mai. Gli onnipresenti.
La realtà è che tu non hai bisogno di "loro" e "loro" non ha bisogno di te, hanno bisogno di te come strumento.
Dovevi aspettarti la simulazione, il conformismo, la boria. La commedia.
Come ogni "buona" famiglia che si rispetti, dovevi aspettarti di tutto. Anche l'abbandono, la sconfessione, il rinnegamento.
Dovevi aspettarti il fraintendimento delle parole. L'essere pseudo antropico non ti ha mai promesso nulla.
Tu hai distorto la realtà, i fatti. Per convenienza. (Tu).
Cose che non hai capito o hai male interpretato. Problema tuo. Mica suo.
Quando e se ci bisticcerai (e ci bisticcerai), "il capo famiglia" in questione, ti
rimbrotterà gravemente sul tuo atteggiamento aggressivo nei suoi confronti, rinfacciandoti quanto lui/lei ha fatto per te (un cazzo, a dirla tutta), biasimandoti per la tua ingratitudine e per il tuo inammissibile "voltafaccia".
La verità è che ti ha usato, preso allegramente per il culo, soggiogato, spremuto, spolpato, pelato, svuotato, esaurito, imbrogliato e, lo ha fatto con la consapevolezza di farlo. La tua unica colpa è di averglielo concesso.
Tra le mani e le corde vocali, ti rimane solo un'ultima cosa da fare, vomitargli addosso un dignitoso quanto liberatorio, enorme:
"V A F F A N C U L O".

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