domenica 26 aprile 2015

In_differenza





Lasciate che sia un pezzo di vento a soffiarmi sul collo e non le vostre voci.
Ché in un tempo morto ammazzato dall'alitosi della vostra saccenza, io non ci voglio stare.
Datemi una rima baciata da un respiro di umanità, un verso che mi attraversi la pelle,
una poesia distratta da leggere tra le dita.
Risparmiatemi le vostre fatiche, il vostro coraggio, i vostri lamenti, ché il mio silenzio ha tremato mille volte e ne ha viste di peggio. 
Tenetevi la noia, l'abuso della parola, i fallimenti e i vostri capri espiatori a cui regalare le colpe, io preferisco sguazzare fra i miei errori e i miei folli tentativi e le responsabilità, anche se mi stringono forte la vita.
Concedetevi il lusso della colpa ogni tanto, dell'errore, costa caro, lo so bene, ma fa brillare la coscienza più del sidol.
Soffocate l'invidia col cuscino dei sogni, strozzate la malignità con una corda di violino, assassinate l'ipocrisia con una pistola ad aria compressa, armatevi di buone intenzioni e sentimenti. Corazzatevi di munizioni.
Svuotatevi, come un posacenere saturo di vecchie cicche, dai pettegolezzi, dall'odio.
Riempitevi di sole, di spazio, di tempo.
Di vita. Di voi.
Riorganizzate le priorità, le attività, il lavoro.
Innamoratevi dell'arte, della cultura, ingabbiate l'ignoranza.
Guardatevi negli occhi più spesso che potete.
Privatevi di tutto ma, mai di voi stessi.
Alla caccia al tesoro della vita, cercate il coraggio, alla sagra dei lecchini mettetevi una museruola.
C'è un cancro enorme da sconfiggere, si chiama indifferenza.