sabato 31 gennaio 2015

Uno scarabocchio.

Era novembre.
Mi hai passato un foglietto stropicciato.
Mi hai detto: "scrivi qualcosa per me".
Ti ho osservato, distratta, col mio moods fra le dita e una piega di disappunto sulle labbra.

- "Qualunque cosa. Qualcosa di tuo da leggere in un momento d'incertezza, di sconforto, di solitudine, che mi rammenti di te" - mi hai detto.

Ho continuato a guardarti.
Ho preso il foglietto e una biro rossa tra le mie cose sparse in borsa.
- "Ho scritto". - Ti ho detto.

Uno scarabocchio.
Uno sgorbio di colore rosso. 
Un aborto di scrittura.
Una pretesa.

Mi hai guardata. Incerto.

- "Cosa dovrei leggere in questo coso? " - hai detto.
- "Tutto. Quando avrai imparato a leggere quel coso, avrai capito tutto di me". - ho detto io.

Incredulo e rassegnato hai acceso una sigaretta e hai continuato a guardarmi.
Hai preso il biglietto spiegazzato e lo hai riposto nel portafoglio.

- "Sei una stronza, lo sai vero?"
- "Lo so. Vero."

Petite

domenica 25 gennaio 2015

Numero 5227

Un altro cielo da attraversare, mentre il freddo ti attraversa la faccia, fra nuvole incerte negli occhi di brina, un sole ingannevole che ti fa una smorfia.
Hai preso in prestito le ali oggi.
Ma oggi tu non vuoi volare.  
Equilibrista squilibrato nel trapezio della vita, a forza di prendere fiato, hai perso il fiato.
Seduto al tuo posto, un numerino che ti identifica: 5227.
A farti compagnia c'è un'ombra che ti somiglia.
È nera, come il tuo umore. Come la sfiga.
Ti ricorda che la vita ti ha sequestrato, ed ora ti chiede il riscatto.
Un prezzo troppo alto da pagare: la tua libertà.
Hai svenduto i tuoi peccati ad un sogno traditore, che ti ha barattato al miglior offerente per poche sigarette e una bottiglia di whisky.
Ora sei qui che ti conti le dita e i chilometri, mentre aspetti che decollino le paure.
Hai membra stanche e qualche ruga in più agli angoli della bocca, polmoni pieni di fumo a raccogliere respiri lenti.
Ti guardi intorno alla ricerca della tua identità.
Non la trovi.
Hai un biglietto di andata e ritorno.
E, un buon motivo per tornare.

Petite

venerdì 23 gennaio 2015

Ho confuso la base con l'altezza.




Una forma indeformabile, come un triangolo.
Tu con i tuoi angoli piatti, e, i tuoi lati buoni e meno buoni, a delimitare una superficie chiusa. Nessuna via di fuga.
Irregolare quanto basta. Immutabile.
Ho confuso la base con l'altezza.
Cercavo di calcolare l'area, ho sbagliato formula. 
Sembra facile.
Moltiplicare la base per l'altezza e dividere il risultato per due.
Ma quando non si conosce bene la misura dell'altezza, ma solo la lunghezza dei suoi lati. Che si fa?
Io che non sono brava né in matematica né in geometria.
Negli angoli ottusi della tua mente, ho scoperto i miei limiti.
Io che pensavo per due.
"Due triangoli sono congruenti se soddisfano almeno uno dei criteri di congruenza."
Se.
"Due triangoli si dicono simili se soddisfano almeno uno dei criteri di similitudine".
Se.
Per verificare se due triangoli sono o no congruenti, non è necessario sovrapporli.
No. Non è necessario.
Ecco. Noi siamo simili. Non congruenti.
Adeguati. Conformi. Ma, simili.
Teorema difficile per due che si amano.