sabato 31 gennaio 2015

Uno scarabocchio.

Era novembre.
Mi hai passato un foglietto stropicciato.
Mi hai detto: "scrivi qualcosa per me".
Ti ho osservato, distratta, col mio moods fra le dita e una piega di disappunto sulle labbra.

- "Qualunque cosa. Qualcosa di tuo da leggere in un momento d'incertezza, di sconforto, di solitudine, che mi rammenti di te" - mi hai detto.

Ho continuato a guardarti.
Ho preso il foglietto e una biro rossa tra le mie cose sparse in borsa.
- "Ho scritto". - Ti ho detto.

Uno scarabocchio.
Uno sgorbio di colore rosso. 
Un aborto di scrittura.
Una pretesa.

Mi hai guardata. Incerto.

- "Cosa dovrei leggere in questo coso? " - hai detto.
- "Tutto. Quando avrai imparato a leggere quel coso, avrai capito tutto di me". - ho detto io.

Incredulo e rassegnato hai acceso una sigaretta e hai continuato a guardarmi.
Hai preso il biglietto spiegazzato e lo hai riposto nel portafoglio.

- "Sei una stronza, lo sai vero?"
- "Lo so. Vero."

Petite

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