Ché poi alla fine... Uno si chiede che ci fa ancora qui. Stesso luogo comune di sempre, a contarci le dita, tra un esperimento mal riuscito e una ferita ancora aperta.
Io non ho più posto per altri buchi sul cuore, e forse non è ancora il tempo di ricucire gli strappi.
Rimangono i segni di uno scontro frontale, il delirio negli occhi, l'estrazione dalle lamiere.
E rammento l'accordo tra le parti, mentre, fra i due litiganti, c'era un terzo che godeva e non ero io.
Ho girato a vuoto troppo a lungo, per riempire gli spazi, con l'inganno negli occhi e il tempo, e i baci da cinema e sorrisi di circostanza in sere ubriache di nostalgia...
Io e la mia scatola chiusa di cose da buttare e di quelle non dette da portare via... Nessuna bolla di accompagnamento, solo un nastro mal messo, a contenere inanimati testimoni di un passato che non passa.
Io che non c'ero più, io che non ero stata.
Io che mi sono ricostruita, mille volte.
Forse di più.
... Ma c'è un profumo che torna e si ferma, in questo aprile un po' bastardo, è l'odore buono della dignità e del coraggio, l'aroma inconfondibile della verità.
È il profumo di casa.
E, mentre gli incerti, i vili, i millantatori, i vittimisti si dimenano come pazzi per tenersi stretto un pezzetto di cielo che hanno rubato, implorando pietà, io posso stare qui e non pregare nessuno, perché io da sola ci so stare.
E mentre tutto intorno crolla, inesorabilmente, e tu hai paura, io posso stare qui, tranquillamente, perché ho già perso tutto.
E, questa sigaretta che fumo mentre non aspetto nessuno...
Beh, questa è la mia vera grande forza.
Romina Tondo
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