Questo è un ricircolo di pensieri, riflessioni, osservazioni e concezioni astratte. Nessuna alienazione, nevrosi o psicosi da analizzare. Una giusta dose di sana e morigerata follia, necessaria per la sopravvivenza a questo mondo bislacco, a questa dis-umanità fredda e spietata. Lasciatemi, pertanto, la libertà di esalare illusioni e mie verità.
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martedì 7 novembre 2017
lunedì 2 ottobre 2017
domenica 1 ottobre 2017
sabato 22 luglio 2017
venerdì 21 luglio 2017
Pablo T
Al momento, l'autore sta lavorando a un'opera tra le più complesse e impegnative e, nel contempo, si sta dedicando a prestigiosi premi internazionali di letteratura.
Pablo T
lunedì 24 aprile 2017
Resti di me...
Ché poi alla fine... Uno si chiede che ci fa ancora qui. Stesso luogo comune di sempre, a contarci le dita, tra un esperimento mal riuscito e una ferita ancora aperta.
Io non ho più posto per altri buchi sul cuore, e forse non è ancora il tempo di ricucire gli strappi.
Rimangono i segni di uno scontro frontale, il delirio negli occhi, l'estrazione dalle lamiere.
E rammento l'accordo tra le parti, mentre, fra i due litiganti, c'era un terzo che godeva e non ero io.
Ho girato a vuoto troppo a lungo, per riempire gli spazi, con l'inganno negli occhi e il tempo, e i baci da cinema e sorrisi di circostanza in sere ubriache di nostalgia...
Io e la mia scatola chiusa di cose da buttare e di quelle non dette da portare via... Nessuna bolla di accompagnamento, solo un nastro mal messo, a contenere inanimati testimoni di un passato che non passa.
Io che non c'ero più, io che non ero stata.
Io che mi sono ricostruita, mille volte.
Forse di più.
... Ma c'è un profumo che torna e si ferma, in questo aprile un po' bastardo, è l'odore buono della dignità e del coraggio, l'aroma inconfondibile della verità.
È il profumo di casa.
E, mentre gli incerti, i vili, i millantatori, i vittimisti si dimenano come pazzi per tenersi stretto un pezzetto di cielo che hanno rubato, implorando pietà, io posso stare qui e non pregare nessuno, perché io da sola ci so stare.
E mentre tutto intorno crolla, inesorabilmente, e tu hai paura, io posso stare qui, tranquillamente, perché ho già perso tutto.
E, questa sigaretta che fumo mentre non aspetto nessuno...
Beh, questa è la mia vera grande forza.
Romina Tondo
sabato 28 gennaio 2017
Mi è schizzato fuori un arzigogolo. Sgrunch.
Ogni tanto apro la home di facebook e mi trovo inevitabilmente a vagabondare fra i post dei miei contatti, tanti – a volte troppi – i post simpatici, quelli idioti o quelli autoreferenziali, eccetera. Ma, più spesso, mi imbatto negli “artisti” ostinati, presunti e presuntuosi, tracotanti… E, facebook, in questo, allunga una mano. Qualunque persona può decidere di aprire una sua pagina e proclamarsi autore, scrittore, artista, giornalista…
Nel bislacco e schizofrenico mondo di “faccia libro”, tutti, sostanzialmente, pensano di essere in grado di scrivere. La maggior parte di loro sono degli incompresi, sottovalutati, ignorati, casi umani che non hanno mai avuto la fortuna di incontrare l’editore giusto, perché tutti gli editori (o quasi), sono dei prezzolati, incapaci e illetterati. Una sciagura, insomma.
E, quindi, lo pseudo-scrittore cosa fa? Decide di auto-pubblicarsi. E qui, mi scappa un sorriso.
Andiamo avanti.
Il secondo passo, dello scrittore, autore, giornalista, è quello di aprire finalmente la “sua” pagina, tra le sue informazioni, possiamo assodare che trattasi di scrittore che lavora presso scrittore e che ha studiato presso l’università della strada o della vita. E Boh.
Oppure, il/la giornalista che lavora presso una congetturata associazione, o che ha scritto per il giornalino di classe nella scuola primaria, o che ha fatto una semplice recensione per qualche periodico ecclesiastico e la sua carriera è stata brutalmente stroncata al primo e unico trafiletto. Ah. Non dimentichiamo i premi, cazzarola, i premi sono importanti, tipo “Primo premio del pubblico…del chicazzosiricorda, nell’anno di boh, per la stronzata migliore mai scritta, eccetera, eccetera…" Ovviamente, il pubblico era composto da 4 parenti (tra cui la nonna di 84 anni), e l’unico amico che aveva 2 ore libere e al quale è stata promessa una lauta cena in cambio del favore…
Il vero dramma è che scrivono, con convinzione, anche. Senza rispetto per la grammatica, senza i rudimenti della lingua italiana.
E scrivono post e articoli di merda. Poesie di merda e prose ancora più di merda. E le spacciano per roba buona, merce pregiata. E qualcuno trova anche il coraggio di mettere un “mi piace”.
La morte sua.
Romina Tondo