martedì 4 febbraio 2014

Ricordami di ricordare.

Le mie concezioni astratte ritornano sempre, stoiche, a ricordami che di reale, in fondo, non stringo mai nulla.
A ricordarmi, che dopo le parole, urgono anche i fatti. 

A rammentarmi che ci sono infiniti paesaggi su cui posare gli occhi.
Che le possibilità sono svariate e multiformi, così come la mia volontà.
Che i giorni passano e i segni restano.
Che la fiducia va conquistata e non data per sco
ntata.
Che la verità è solo una stronza a cui fare la lingua, ma di cui non si può fare senza.
Che io non baratto le emozioni con le intenzioni.
Che gli spazi vuoti mi servono per riempirli e, non di fumo.
Che la montagna di Maometto può restare dov'è perché se venisse da me mi sposterei.
Che non è necessario che sia necessario, ma, più di tutto, che sia sentito.
Che Ligabue continua a non piacermi pure se me lo propinate di continuo.
Che preferirei essere meno spiata dal buco della serratura ma, apertamente contraddetta.
Che gli Angeli esistono e sono i bambini.
Che la gente ha perso il cuore e esaurito le buone azioni.
Che io sono qui a mettermi in gioco mentre voi pensate ai cazzi vostri.
Che, stasera, la cosa certa è che ho mangiato pesante.
E, che, per scrivere queste stronzate, ho usato una quantità industriale di che.

Petite 





1 commento:

Torresi Mariantonietta ha detto...


Ricordati che,
i tuoi "che" serviranno a tanti stronzi come imparara a vivere,
"che" tu sei unica e inripetibile,
"che" anche io voglio mangiare quello che hai mangiato tu.