domenica 22 dicembre 2013

Natale: sesso, bugie e nessuna speranza.

E' in questo periodo di feste in cui divento più nostalgica, forse. Sicuramente più introspettiva.
Dove più spesso mi affaccio al mondo, anche se a malincuore e, metto il naso fuori e annuso il creato.
Il lezzo insoffribile mi fa mancare il fiato. Respiro dentro la sciarpa di lana. C'è una ressa che inceppa.

Bambini urlanti e accaldati nei negozi, imbacuccati nei piumini e nei cappelli di lana con le gote rosse e insofferenti e, i genitori impazienti e impazziti con sorrisi forzati e smorfie di disappunto.
Le commesse dei negozi più immusonite che sorridenti, fanno pacchetti regalo come se imprigionassero merda, ringhiando Auguri di Buon Natale ai clienti insaziabili.

C'è un'epidemia di frustrazione, uno scambio continuo di germi e agenti patogeni dello scazzo perpetuo fra sorrisi e strette di mano; tra parenti serpenti e conoscenti e amici di fine anno che sbucano all'improvviso come le cartelle di equitalia.

Quanti sguardi persi nel vuoto, di quelle coppie già scoppiate che si tengono per mano ma non si tengono più negli occhi e, ogni sguardo verso il prossimo è la ricerca di "qualcosa di meglio", di un sogno infranto. Di un'abitudine che li ha divorati.
E, se bastano due cosce e un culo che scodinzola per regalare occhiate e pensieri perversi, allora si, siamo davvero persi.
Perché di queste donne che si (s)vendono e di questi uomini che si comprano per un po' di sesso spiccio, nel buio cavernoso di loro stessi, in quegli amplessi sbrigativi che sanno tanto di vuoto, si sta costruendo il futuro dei nostri figli.
Perché dove emerge la perversione, il cuore ristagna e, la malattia diventa cronica e l'ossessione diventa abitudine. Lo schifo impantana.

Di quei tradimenti davanti agli occhi, di un compagno, una moglie, un marito, un figlio, un padre o una madre che ti accarezzano il volto e ti dichiarano amore eterno, c'è la doppiezza di un pugnale che taglia e fa sanguinare.

E, poi c'è una crisi, una crisi che insorge, fatta di precari e di pensionati a troppo pochi euro al mese, di famiglie che si stringono per arrivare a fine mese, di donne e uomini veri, che nel silenzio della notte piangono un Cristo che non li osserva, dove il freddo di una stanza senza riscaldamento brucia più di una ferita aperta, dove un quotidiano arranca e prega, e combatte finché si può e, la speranza muore dopo di loro.

E' il Natale di chi ha un cancro e vomita di chemio e scansa pupille di commiserazione, incazzandosi con un Dio che gli sta confiscando l'Anima, dove ogni giorno è un giorno nuovo e lui è un giorno più vecchio, dove la paura e il coraggio si fondono insieme e diventano detenzione.
Dove al dolore non c'è via di fuga, e l'abbozzo di un sorriso è solo un passaggio fugace; in quel stringersi addosso un vestito troppo largo e sentire fra le dita solo il senso d'inquietudine...

Assurdo è auspicare in una Società che si ribelli e che rinasca...ma che scompare in un nano secondo alla visualizzazione della Home di una piattaforma virtuale, dove la  superficialità e il degrado la fanno da padroni e la speranza si è già data latitante da un bel pezzo.

E, se in tutto questo narrare Voi trovate solo pessimismo e eccesso o solo bruttezza, quasi certamente io sarò pazza, ma Voi siete ciechi e forse un po' ipocriti e vi fa comodo non guardare. E, se vi toccate a sinistra, all'altezza del petto, forse un cuore lo sentite ancora ma non lo ascoltate.

Osservo i miei bambini e, nei loro sorrisi traboccanti d'ingenuità, scopro, lieve, una piccola fiamma che lusinga. Il Natale è per loro. Solo per loro. Non illudetevi.

                             Aภу๓๏г


"Noi" siamo solo oggetti del consumismo e dell'egoismo, espianti di questa società moderna che ci sta divorando mentre se la ride sguaiatamente.






2 commenti:

idarella ha detto...

Non è pessimismo, né un'assurdità, non la trovo nemmeno una immagine eccessiva, piuttosto è una foto della realtà senza ritocchi di buonismo, senza ipocrisie.
Non è cuore degno di se stesso quello che si addolcisce di nenie natalizie e false dolcezze.
Un cuore impavido vede oltre l'apparenza e si "scazza".
Si diventa intolleranti davanti a questo sistema e purtroppo si spegne la speranza. Non sei folle dolce anima....

Torresi Mariantonietta ha detto...

Non hai lasciato nulla,
Natale è tutto questo che ci hai descritto cosi bene Tu...che schifo.
Si è spento qualche anno fà per me ora c'è soltanto ricordi indelebili, paure che ancora mi attravesano il corpo,attese lancinanti,odiare tutto e tutti...odiare quel Dio che non mi ha Mai riconosciuta...quel Dio che non ha Mai rispettato i miei figli,ma per loro ti devi fare forza tuo malgrado lo devi viver(e)sopravvivere...
Non sei pazza...non sei ipocrita...Sei Vera...sei Realista...quella Home piena di superficialità la tenco spenta in questi giorni...meglio guardare il mio Dany seduto perterra avanti all'albero di natale osservare le lucine che nel loro movimento lo rendono felice...e in qualche maniera lo sono anche io...e cosi il Natale è per noi ...Io e Lui