Questo è un ricircolo di pensieri, riflessioni, osservazioni e concezioni astratte. Nessuna alienazione, nevrosi o psicosi da analizzare. Una giusta dose di sana e morigerata follia, necessaria per la sopravvivenza a questo mondo bislacco, a questa dis-umanità fredda e spietata. Lasciatemi, pertanto, la libertà di esalare illusioni e mie verità.
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lunedì 30 dicembre 2013
domenica 29 dicembre 2013
venerdì 27 dicembre 2013
?
Rimangono punti di domanda che rimbalzano fra i denti ed
emozioni che rimbalzano fra i sensi.
Fra questi ci sei Tu.
emozioni che rimbalzano fra i sensi.
Fra questi ci sei Tu.
Ho visto volare una farfalla.
Un cappello di nuvole in testa
negli occhi un po' di pioggia
e un alito di vento fra le labbra.
Un piccolo sole nella borsa.
Offrimi un arcobaleno
da stringere in una mano.
E, io, posso restare.
negli occhi un po' di pioggia
e un alito di vento fra le labbra.
Un piccolo sole nella borsa.
Offrimi un arcobaleno
da stringere in una mano.
E, io, posso restare.
Aภу๓๏г |
giovedì 26 dicembre 2013
Cerchi di Me
In una notte
di pioggia
con l'anima
in tempesta
mi rifletto
in un vetro
appannato
e scarabocchio
(bi)sogni.
di pioggia
con l'anima
in tempesta
mi rifletto
in un vetro
appannato
e scarabocchio
(bi)sogni.
Aภу๓๏г |
domenica 22 dicembre 2013
Natale: sesso, bugie e nessuna speranza.
E' in questo periodo di feste in cui divento più nostalgica, forse. Sicuramente più introspettiva.
Dove più spesso mi affaccio al mondo, anche se a malincuore e, metto il naso fuori e annuso il creato.
Il lezzo insoffribile mi fa mancare il fiato. Respiro dentro la sciarpa di lana. C'è una ressa che inceppa.
Bambini urlanti e accaldati nei negozi, imbacuccati nei piumini e nei cappelli di lana con le gote rosse e insofferenti e, i genitori impazienti e impazziti con sorrisi forzati e smorfie di disappunto.
Le commesse dei negozi più immusonite che sorridenti, fanno pacchetti regalo come se imprigionassero merda, ringhiando Auguri di Buon Natale ai clienti insaziabili.
C'è un'epidemia di frustrazione, uno scambio continuo di germi e agenti patogeni dello scazzo perpetuo fra sorrisi e strette di mano; tra parenti serpenti e conoscenti e amici di fine anno che sbucano all'improvviso come le cartelle di equitalia.
Quanti sguardi persi nel vuoto, di quelle coppie già scoppiate che si tengono per mano ma non si tengono più negli occhi e, ogni sguardo verso il prossimo è la ricerca di "qualcosa di meglio", di un sogno infranto. Di un'abitudine che li ha divorati.
E, se bastano due cosce e un culo che scodinzola per regalare occhiate e pensieri perversi, allora si, siamo davvero persi.
Perché di queste donne che si (s)vendono e di questi uomini che si comprano per un po' di sesso spiccio, nel buio cavernoso di loro stessi, in quegli amplessi sbrigativi che sanno tanto di vuoto, si sta costruendo il futuro dei nostri figli.
Perché dove emerge la perversione, il cuore ristagna e, la malattia diventa cronica e l'ossessione diventa abitudine. Lo schifo impantana.
Di quei tradimenti davanti agli occhi, di un compagno, una moglie, un marito, un figlio, un padre o una madre che ti accarezzano il volto e ti dichiarano amore eterno, c'è la doppiezza di un pugnale che taglia e fa sanguinare.
E, poi c'è una crisi, una crisi che insorge, fatta di precari e di pensionati a troppo pochi euro al mese, di famiglie che si stringono per arrivare a fine mese, di donne e uomini veri, che nel silenzio della notte piangono un Cristo che non li osserva, dove il freddo di una stanza senza riscaldamento brucia più di una ferita aperta, dove un quotidiano arranca e prega, e combatte finché si può e, la speranza muore dopo di loro.
E' il Natale di chi ha un cancro e vomita di chemio e scansa pupille di commiserazione, incazzandosi con un Dio che gli sta confiscando l'Anima, dove ogni giorno è un giorno nuovo e lui è un giorno più vecchio, dove la paura e il coraggio si fondono insieme e diventano detenzione.
Dove al dolore non c'è via di fuga, e l'abbozzo di un sorriso è solo un passaggio fugace; in quel stringersi addosso un vestito troppo largo e sentire fra le dita solo il senso d'inquietudine...
Assurdo è auspicare in una Società che si ribelli e che rinasca...ma che scompare in un nano secondo alla visualizzazione della Home di una piattaforma virtuale, dove la superficialità e il degrado la fanno da padroni e la speranza si è già data latitante da un bel pezzo.
E, se in tutto questo narrare Voi trovate solo pessimismo e eccesso o solo bruttezza, quasi certamente io sarò pazza, ma Voi siete ciechi e forse un po' ipocriti e vi fa comodo non guardare. E, se vi toccate a sinistra, all'altezza del petto, forse un cuore lo sentite ancora ma non lo ascoltate.
Osservo i miei bambini e, nei loro sorrisi traboccanti d'ingenuità, scopro, lieve, una piccola fiamma che lusinga. Il Natale è per loro. Solo per loro. Non illudetevi.
"Noi" siamo solo oggetti del consumismo e dell'egoismo, espianti di questa società moderna che ci sta divorando mentre se la ride sguaiatamente.
Dove più spesso mi affaccio al mondo, anche se a malincuore e, metto il naso fuori e annuso il creato.
Il lezzo insoffribile mi fa mancare il fiato. Respiro dentro la sciarpa di lana. C'è una ressa che inceppa.
Bambini urlanti e accaldati nei negozi, imbacuccati nei piumini e nei cappelli di lana con le gote rosse e insofferenti e, i genitori impazienti e impazziti con sorrisi forzati e smorfie di disappunto.
Le commesse dei negozi più immusonite che sorridenti, fanno pacchetti regalo come se imprigionassero merda, ringhiando Auguri di Buon Natale ai clienti insaziabili.
C'è un'epidemia di frustrazione, uno scambio continuo di germi e agenti patogeni dello scazzo perpetuo fra sorrisi e strette di mano; tra parenti serpenti e conoscenti e amici di fine anno che sbucano all'improvviso come le cartelle di equitalia.
Quanti sguardi persi nel vuoto, di quelle coppie già scoppiate che si tengono per mano ma non si tengono più negli occhi e, ogni sguardo verso il prossimo è la ricerca di "qualcosa di meglio", di un sogno infranto. Di un'abitudine che li ha divorati.
E, se bastano due cosce e un culo che scodinzola per regalare occhiate e pensieri perversi, allora si, siamo davvero persi.
Perché di queste donne che si (s)vendono e di questi uomini che si comprano per un po' di sesso spiccio, nel buio cavernoso di loro stessi, in quegli amplessi sbrigativi che sanno tanto di vuoto, si sta costruendo il futuro dei nostri figli.
Perché dove emerge la perversione, il cuore ristagna e, la malattia diventa cronica e l'ossessione diventa abitudine. Lo schifo impantana.
Di quei tradimenti davanti agli occhi, di un compagno, una moglie, un marito, un figlio, un padre o una madre che ti accarezzano il volto e ti dichiarano amore eterno, c'è la doppiezza di un pugnale che taglia e fa sanguinare.
E, poi c'è una crisi, una crisi che insorge, fatta di precari e di pensionati a troppo pochi euro al mese, di famiglie che si stringono per arrivare a fine mese, di donne e uomini veri, che nel silenzio della notte piangono un Cristo che non li osserva, dove il freddo di una stanza senza riscaldamento brucia più di una ferita aperta, dove un quotidiano arranca e prega, e combatte finché si può e, la speranza muore dopo di loro.
E' il Natale di chi ha un cancro e vomita di chemio e scansa pupille di commiserazione, incazzandosi con un Dio che gli sta confiscando l'Anima, dove ogni giorno è un giorno nuovo e lui è un giorno più vecchio, dove la paura e il coraggio si fondono insieme e diventano detenzione.
Dove al dolore non c'è via di fuga, e l'abbozzo di un sorriso è solo un passaggio fugace; in quel stringersi addosso un vestito troppo largo e sentire fra le dita solo il senso d'inquietudine...
Assurdo è auspicare in una Società che si ribelli e che rinasca...ma che scompare in un nano secondo alla visualizzazione della Home di una piattaforma virtuale, dove la superficialità e il degrado la fanno da padroni e la speranza si è già data latitante da un bel pezzo.
E, se in tutto questo narrare Voi trovate solo pessimismo e eccesso o solo bruttezza, quasi certamente io sarò pazza, ma Voi siete ciechi e forse un po' ipocriti e vi fa comodo non guardare. E, se vi toccate a sinistra, all'altezza del petto, forse un cuore lo sentite ancora ma non lo ascoltate.
Osservo i miei bambini e, nei loro sorrisi traboccanti d'ingenuità, scopro, lieve, una piccola fiamma che lusinga. Il Natale è per loro. Solo per loro. Non illudetevi.
Aภу๓๏г |
"Noi" siamo solo oggetti del consumismo e dell'egoismo, espianti di questa società moderna che ci sta divorando mentre se la ride sguaiatamente.
lunedì 9 dicembre 2013
Non è mai troppo. (Tardi)
Tra un rosicchiare
di silenzi tortuosi e accigliati
in quel non saper che dire
e un restituire al domani
mentre strangolavo le speranze
e sghiacciavo i sogni,
Aภу๓๏г |
Ti perdevo.
In quegli slanci
che rimanevano
incastrati fra le coperte
e di quei tocchi mancati
fra le lenzuola,
in uno sfiorarsi di occhi
rivoltati fra i cuscini.
Ti cercavo.
Di quel cosmo
che ci vide complici e criminali
nell'urgenza del consumare,
nella smania di riuscire
ci dissolvemmo
come polvere.
Nell'impulso dello strafare.
Perdenti nei versi.
(Di)versi.
(Dis)persi.
Dicevamo?
Di quel morire solitario e muto,
fra le barriere,
e i muri d'indolenza.
E, degli abbagli
e delle paure incerte
divincolarsi
un controsenso.
Dove siamo rimasti?
Nella saliva mandata giù e,
in quelle parole masticate
ho (s)venduto tutti i miei (bi)sogni
per un po' d'amore.
Tu c'eri?
martedì 26 novembre 2013
Riverberi In_volo(ntari)
di cancelli chiusi e pulsazioni e porte aperte a ingannevoli lusinghe
fra voli d'angelo e un planare di aerei
dove c'è un cielo che lambisce il cuore e nuvole che lo attraversano
e una speranza riposa negli occhi
e andare non ha più un senso
e il restare soltanto un fremito di battiti lievi
di un tempo che precipita fra picchiettii e spasmi e sogni fracassati.
Quei nodi dei capelli da sciogliere
come quei legami inutili di cui ci si circonda
di quegli sguardi ad aprirsi con la voglia di chiudersi.
E, di un gioco di mani e d'intrecci carnali mi riempivo il ventre
e più non sentivo i morsi del vuoto
dove il mio spazio era un puntino
e il mio starci stretta era quasi un bisogno.
Aภу๓๏г |
venerdì 5 luglio 2013
Io l'ho fatto?
Forse, certe risposte le trovi ogni sera quando ti guardi allo specchio o dentro gli occhi delle persone che ami. Fra le rughe e le occhiaie ostili. Fra i sorrisi abbozzati e le lacrime trattenute. Fra i nodi dei capelli e le pieghe delle mani. Io non so se ho sbagliato o meno, so solo che quando ci si trova con spalle al muro, non si ha tempo di pensare alla cosa migliore, si cerca semplicemente di fare il proprio meglio.
Nonostante tutto. Comunque sia.
Vivi e lascia vivere.
La vita è fatta di persone da amare giorno per giorno e malgrado tutto. La vita è fatta di parole che possono diventare preziose nel ricordo, oppure ferire o consolare. La vita è fatta di piccoli gesti usuali che possono essere indimenticabili, di cattive azioni e di bontà infinita.La vita non è affare di tutti. E, non è neppure un buon affare. Eppure, c'è un contratto da rispettare. Che ci piaccia oppure no. Cerchiamo, quindi, per quanto possibile, di viverla al meglio:occupandoci un po' più di noi e, un po' meno degli altri. Flash.
Cogli l'attimo. |
domenica 27 gennaio 2013
Sapete che c'è?
E, oggi, giungo ad un'unica e sconfortante certezza:
i veri uomini sono in via di estinzione, così come le vere donne.
Oggi bisogna essere guerriere invincibili per reggere il fardello di questa ingovernabile e disastrosa condizione femminile nel 2013.
Uccise, violentate, offese e denigrate, usate.
Troppo spesso in balia di uomini conigli, usurpatori della fralezza, carcerieri di vite rubate.
Allocchite dai sensi di colpa infiniti e da questo maledetto senso del
dovere, frustrate dal sentimento di abnegazione che sempre ci corre
dietro.
Valorose combattenti, in grado di lavorare al massimo
aspettandosi il minimo, senza la garanzia e la sicurezza di un contratto
a tempo indeterminato, nessuna pensione futura, probabilmente, e,
spesso, senza neppure uno stipendio adeguato.
Torturate psicologicamente da ex-mariti, datori di lavoro, amanti e figli. Ma, soprattutto, da noi stesse.
Le nuove donne del 2013, hanno sempre il sorriso sulle labbra (o,
almeno, ci provano), hanno imparato a doparsi di autoironia, credendo e
pensando (convinte, anche!), che una mente aperta e
brillante la vinca su tutto, ma, in realtà, moltiplica e degenera parecchie situazioni (esperienza personale...n.d.a.).
La verità e che non si matura con le batoste, si ammuffisce.
E, che, i maschi sbagliati sono stati cresciuti da madri sbagliate. E' il ciclo della vita.
La colpa, insomma, è sempre nostra.
Sapete che c'è?
C'è, che mi son rotta le palle di far parte del sesso "debole", perchè,
il vero debole è quello stronzo che gioca con la tua vita e con quella
di tuo/suo figlio.
Io mi sento parte di un sesso forte, perchè ho una dignità che vi sovrasta.
Sapete che c'è?
C'è che oggi mi sto talmente sul culo che non oso immaginare dove potrei stare agli altri.
C'è che devo dire grazie, al mio fottutissimo ex marito se oggi ho più voglia di combattere di ieri.
C'è che... Fanculo. Ti sfido. Sorrido.
Aภу๓๏г |
(un inutile quanto mai patetico ma necessario sfogo personale - ho le scimmie impazzite che mi urlano in testa)
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