Ho il dubbio di un errore perpetuo.
La quasi certezza di aver fallito. Di non essere stata abbastanza brava.
Di non aver dato abbastanza o di aver dato troppo.
Ho il senso di frustrazione per le cose inespresse, per gli abbracci trattenuti dalla rabbia, per gli occhiali messi sugli occhi lucidi.
Ho la polvere sui pensieri fissi, qualche ragnatela sui ricordi, le labbra secche a transennare parole che non dovrei dire.
Ho fame di sorrisi, di parole di pentimento, di scuse mai pervenute.
Ho sete di verità, di giustizia, di profonda umiltà.
Di passi indietro e poi di passi avanti. Di aspettative soddisfatte, di spazi aperti, di vincoli svincolati.
Ho voglia di vincere, per una volta, a modo mio. E, di sorprendermi, ancora.
Mi fanno male i desideri.
Ho tremendi vuoti di memoria:
perdo il conto dei giorni, dei sogni, delle mani che stringo.
Dovrei perdere un po' di peso, lo so, ma mi riesce meglio perdere la pazienza;
credo si sia rotto il mio termostato interno, ho strani sbalzi di temperatura che mi condizionano gli umori.
Avrei voglia di ballare ma non ho il vestito adatto. C'è un bel blues di sottofondo che mi fa sciogliere i capelli e i pensieri.
Devo slegare ancora qualche nodo in gola, e ingoiare tutti i noccioli delle questioni. Sono tante, mi ci vorrà un po'.
Opterei per bicchiere di vino rosso, stasera. Un doppio cin alla faccia mia, un soffio di sigaretta al cielo e una speranza nuova buttata alla luna.
Mi stropiccio un po' gli occhi...
Sono quasi pronta a ricostruirmi per domani.
(Ho detto quasi).
Romina Tondo
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