A chi sta sull'orlo della gola
fra le nuvole e lo strapiombo
fra il pieno e il vuoto
tra il bene e il male
E si scava in una ruga
inseguendo la quintessenza
al cospetto di uno specchio spietato
che circoscrive le deficienze.
A chi germoglia bocciolo e ostaggio
maledetto nel ventre suo
di un corpo scaduto
graffiato e cicatrizzato,
sconosciuto.
A chi spranga il cuore
organo infermo
condannato e torturato
a colpi di flashback
A chi si stringe nelle spalle
e nella pelle,
sfibrandosi
nell'attesa di una stretta
umana
a fondo perduto.
A chi piange in sordina,
fra i capelli in disordine
il trucco da rifare
e l'orgoglio
stretto in pugno.
Io a loro regalo il mio consenso.
Alla loro forza e al loro coraggio,
alla loro inadeguatezza,
all'anima così imperfetta
nella quale mi discerno
alle loro facce
dentro la mia faccia
nelle quali sorrido.